20 Giugno - Ven

Programma:
Improvvisazioni jazz

Emanuele Filippi è un pianista e compositore italiano classe 1992.
Ha pubblicato quattro album da leader, e Fred Hersch ha già definito la sua musica come “potente e profonda”.
Si è esibito a livello internazionale al fianco di importanti artisti jazz tra cui: Enrico Rava, Flavio Boltro, Fabrizio Bosso, Francesco Bearzatti, Seamus Blake, Chris Morrissey, Ben Van Gelder e molti altri.
Ha ricevuto numerosi premi in Italia e livello internazionale, esibendosi su prestigiosi palchi come Sunset/Sunside a Parigi, Ornithology a New York, Jazzatlan Capital a Città del Messico, Sounds a Bruxelles, Jimmy Glass a Valencia e Music Im Pflegidak in Svizzera.
Si è diplomato in pianoforte classico e jazz al conservatorio di Udine ed ha ottenuto un master al City College di New York, città in cui ora risiede, dopo alcuni anni trascorsi a Parigi.

Programma:
Yugen
Improvvisazioni jazz

Nell’estetica giapponese il termine Yugen, traducibile letteralmente come “leggermente scuro”, descrive il fascino delle cose in penombra delle quali non si riesce a conoscere del tutto i limiti e i particolari, e, in senso più ampio, si usa per indicare ciò che, essendo oscuro, è insondabile, misterioso e imperscrutabile.
È lo stato d’animo prodotto dal fascino inspiegabile delle cose, il sentire un universo “altro”, colmo di misteriosa unità.
Ed è il senso di ciò che, da sempre, nella pratica dell’improvvisazione libera e totale, mi affascina e mi stimola. E che mi fa “risuonare”.
Prendendo avvio dal silenzio e senza nessuna idea musicale di partenza né di arrivo, alcuni parlano infatti di “tabula rasa”, l’improvvisatore cerca di svolgere una narrazione musicale, nel qui ed ora, coerente, sia dal punto di vista drammaturgico che sintattico, senza alcuna limitazione nell’utilizzo dei linguaggi musicali, se non le proprie abilità e conoscenze, dovendo compiere di volta in volta scelte sui possibili infiniti sviluppi che la musica potenzialmente potrebbe avere, controllando inoltre la forma musicale complessiva e le questioni tecniche e strumentali che si pongono durante il percorso.
La materia musicale si rivela ogni volta misteriosa e stupefacente e mai, fortunatamente, del tutto controllabile.
Credo fortemente che valga la pena proteggere e promuovere un momento di condivisione, dal vivo, di un simile processo generativo e di scoperta.
Musica che nasce e vive esattamente in un determinato spazio e per un preciso evento, per coloro che vi prendono parte.
Che nasce dalla Presenza e dall’Apertura.